Con questa liturgia di lode e di ringraziamento, noi benediciamo Dio padre, che ha risuscitato Gesù Cristo, così che le porte della vita sono state spalancate anche alla nostra debole umanità, ferita dal peccato e schiava della morte.
Essa non ha più l’ultima parola, perché è stata vinta da Colui che l’ha sconfitta, superando questa barriera invalicabile, tanto temuta, perché considerata da chiunque, anche dai non cristiani, il tragico fallimento di ogni avventura umana. Chiunque, infatti, si ribella davanti alla prospettiva della morte, che concluderebbe in modo insignificante un’esistenza umana, in cui tante energie d’amore, frutto di un’intera esistenza, sarebbero destinate a sfociare nel nulla e a dissolversi.
Noi crediamo, per grazia, che Dio padre, risuscitando Gesù dalla morte, lo ha dichiarato Signore, avendo egli vissuto fino in fondo la sua vita in piena comunione con Lui, fedele in tutto alla sua volontà. Così, con la risurrezione di Gesù dalla morte, noi possiamo affermare che l’amore ha definitivamente sconfitto il male, il perdono ha prevalso sulla vendetta e sull’odio, il dolore stesso ha assunto un nuovo significato, perché trasfigurato dall’amore.
E’ proprio in virtù della risurrezione che oggi il Signore Gesù, il grande pastore delle pecore, per intercessione della Chiesa qui riunita in preghiera, porta con se’ il nostro caro don Pierangelo, per godere la pienezza dell’amore, della pace e della intima comunione con Dio trinità misericordia e con i fratelli in umanità.
Egli ha vissuto la sua esistenza terrena consegnato interamente e con piena fiducia a Cristo Pastore, che egli ha rappresentato al vivo, con tanta generosità, presso diverse nostre comunità parrocchiali.
Lo ricordano in particolare, con affetto, gratitudine e stima, i fedeli di Gemonio (la sua prima destinazione), quindi le parrocchie di Piateda e di Tavernerio. Da lì visse otto anni in seminario minore, come direttore spirituale. In quegli anni, io ricevetti da lui, essendo prete novello, tanto incoraggiamento e tanti buoni consigli!
Don Pierangelo svolse poi il ministero pastorale a Uggiate e a S. Giorgio in Como, e infine come canonico della nostra Cattedrale. Trascorse l’ultimo periodo della sua vita, accettando una lunga e paziente purificazione nella malattia, a Solbiate, presso la casa per anziani dei Fatebenefratelli, che ringrazio per la loro premurosa ospitalità, unita alla professionalità di tutto il personale.
Vorrei ora sottolineare brevemente qualche aspetto del Vangelo appena proclamato.
Le donne, accorse al sepolcro di Cristo, si attendevano di ungere con gli aromi il suo corpo, ma restarono confuse, stupite e perplesse all’annuncio dei due messaggeri celesti, presentatisi con abiti sfolgoranti, dichiarando loro: “perché cercate tra i morti Colui che è vivo?” Era impossibile che il Vivente per eccellenza restasse prigioniero di una tomba. Le donne, quindi, sono le prime depositarie dell’annuncio della risurrezione di Cristo e ne diverranno anche le prime divulgatrici!
La risurrezione della carne del Signore è ancora oggi un problema per tante persone, anche per molti cristiani, più disposti a celebrare il venerdì santo, piuttosto che la veglia pasquale. Ma proprio nella risurrezione è fondata la nostra fede, come ci insegna S. Agostino: “La fede dei cristiani è la risurrezione di Cristo”. Il cristianesimo si caratterizza proprio a partire dalla risurrezione del Signore: è il fondamento della nostra speranza. Se Cristo non fosse risorto, ci ricorda S. Paolo in una sua lettera, vana sarebbe la nostra fede e noi saremmo ancora nei nostri peccati.
Gesù non è uno dei tanti personaggi della storia che hanno compiuto, lungo i secoli, opere benefiche a vantaggio dell’umanità, ma defunti. Il Signore Gesù, invece, è oggi vivo ed esercita la sua signoria sul mondo e sulla storia.
La sua vita di risorto può essere già fin d’ora la nostra vita. Con il Battesimo, infatti, siamo stati deposti anche noi nella tomba, ma con la Pasqua possiamo vivere con Gesù una vita da risorti.
Don Pierangelo era molto attento nel ricercare le vie più opportune per presentare Gesù agli uomini di oggi, farlo incontrare a coloro che lo cercano, accompagnarli all’incontro in cui sperimentarlo vivente attraverso la sua Parola di vita e nei sacramenti della Chiesa, a partire dal Battesimo, che è la porta di ingresso nella vita cristiana.
Così possiamo riconoscere, senza timore di dubbio, che don Pierangelo è stato un grande dono che Dio ha inviato alla nostra Chiesa per sostenerci nella fede e per costruire comunità in cui la fraternità risplende come immagine di un mondo rinnovato: quello nel quale Gesù ci ha inserito con la sua morte e risurrezione, e nel quale noi godiamo già fin d’ora i benéfici frutti. Goda ora la pienezza della gioia riservata dal Signore ai suoi servi fedeli.