È un momento di festa e di gioia questo che viviamo, ma anche di sano e santo orgoglio. L’inaugurazione del nuovo oratorio vuole ricordare a tutti che la comunità cristiana non ha “gettato la spugna “, non si è arresa di fronte alle difficoltà, non solo economiche, ma neanche quelle derivate dalla pandemia in corso, non ha perso l’entusiasmo per la formazione dei ragazzi e dei giovani, non si è scoraggiata di fronte alle difficoltà di qualunque sorta. Ecco dunque il nuovo oratorio, quale segno di novità e di una volontà di decisa ripresa.
C’è gente che ancora crede nella validità di questa istituzione, che onora la città di Sondrio e la qualifica come un importante strumento per la formazione umana e cristiana della gioventù.
Ancora oggi ci sono persone disposte ad offrirsi in prima persona, per un ascolto e un confronto, siano essi educatori che genitori e sacerdoti, che testimoniano la gioia del vangelo e rassicurano che quello che il vangelo propone corrisponde in pieno a ciò che gli uomini desiderano nel profondo del loro cuore.
Non vogliamo che i ragazzi e i giovani, con le loro famiglie, siano abbandonate a loro stessi, incapaci di affrontare il futuro perché senza ideali o senza sogni.
Intravvediamo e non nascondiamo le difficoltà del tempo presente, tuttavia il nostro comune intendimento è: ricominciare con nuova speranza, stare vicini a chi necessita di testimonianze di vite esemplari, perché l’arte di vivere si apprende solo da chi la vita la vive in pienezza, con coerenza e a prezzo di fatica e di sacrificio, con una grande voglia di condividere, concependo la vita come l’unica occasione che abbiamo per fare del bene.
L’oratorio è un punto di contatto prezioso per il mondo giovanile, che non può vivere in solitudine o lasciarsi vivere, né tanto meno essere facilmente sedotto da chi propone avventure devianti, tanto facili e comuni nella nostra società.
Tutti conosciamo i tristi fenomeni riguardanti il bullismo, le droghe, le nuove dipendenze, il sesso sfrenato, gli aborti, per non dire dei suicidi, così frequenti in Valtellina, frutto di una cultura fondata sul nulla e sulla morte.
I ragazzi e i giovani hanno bisogno piuttosto di un confronto permanente con il mondo degli adulti, soprattutto di laici adulti con cui dialogare e di sacerdoti che insegnino ai ragazzi come crescere secondo il vangelo di Gesù, come imparare a pregare, come impegnare la vita nel dono di loro stessi, come vivere vere e profonde amicizie, che durino nel tempo.
La Comunità pastorale di Sondrio, con i religiosi salesiani, ma anche la comunità civile, ha creduto fermamente al nuovo progetto di oratorio. Non ci si è limitati a ristrutturare, ma si è pensato bene di ricostruire tutto l’edificio. Un concorso di popolo, enti e associazioni hanno generosamente contribuito e continueranno a contribuire alla rinascita di questo importante punto di riferimento per i bambini , i ragazzi e i giovani, con le loro famiglie. L’oratorio acquista cosi un valore prezioso perché tutti si sentono invitati, accolti, stimati come figli preziosi al cuore di Dio padre e tutti fratelli nostri.
Agli adolescenti vorrei raccomandare di conoscere e confrontarsi con una bella figura di un loro coetaneo, beatificato ieri ad Assisi, definito da papa Francesco “modello di santità giovanile nell’era digitale”. È Carlo Acutis, un ragazzo moderno, che ha saputo vivere una grande amicizia con Gesù incontrato nella Eucaristia e continua ad insegnare ai ragazzi della sua età quanto sia preziosa e bella la vita di ciascuno di noi, cosi da poterla vivere in pienezza, secondo i doni che Dio offre a ciascuno.