Caro don Attilio,
Sono solito accompagnare personalmente i sacerdoti che incominciano un nuovo ministero parrocchiale per poterli presentare alla comunità, che li accoglie sempre con tanta gioia e speranza. Nello stesso tempo, con la mia presenza, i sacerdoti si sentono confortati e sostenuti dalla paternità della Chiesa, che li ha scelti e li invia.
Eccomi allora qui, nel nome del Signore, per affidarti la cura pastorale di questo gregge del Signore e confermarti nella comunione con la Chiesa, così che, come il tralcio unito alla vite, tu possa portare molto frutto attraverso il ministero che oggi assumi.
Don Attilio incomincia il ministero parrocchiale in questa parrocchia, ma anche nelle altre vicine, di Palanzo, Lemna e Molina, che formano una medesima unità pastorale. Questo nuovo stile pastorale è certamente una sfida, non tanto e non solo determinata dai sacerdoti a disposizione in un minor numero, ma esigita dalla Chiesa, che vuole presentarsi sempre più come comunione di comunità, in cui tutti i battezzati, uomini e donne di tutte le età, e non solo i sacerdoti, sono coinvolti e responsabili nell’annunciare la fede, testimoniando la presenza del Signore risorto, che promuove nei suoi discepoli una vita secondo il suo Vangelo.
Ho parlato di una sfida, perché non è immediato entrare in questa nuova prospettiva, che richiede sempre molta gradualità, pazienza e spirito di collaborazione.
In questo modo, caro don Attilio, tu incominci oggi una pastorale nuova, tanto diversa da quella nella quale sei stato inserito per vari anni nella parrocchia di Breccia, nella quale hai manifestato con larghezza i doni di cui il Signore ti ha riempito e che hai amato con cuore di fratello e di padre.
Lasciare una terra e soprattutto un popolo, con cui si sono stabilite profonde relazioni di fede, è sempre una esperienza costosa per tutti.
Noi sacerdoti siamo però chiamati al servizio della Chiesa diocesana e perciò mettersi a disposizione di tutta la comunità ecclesiale è un segno concreto di fedeltà e di disponibilità.
Ho ammirato la tua pronta obbedienza alla Chiesa e questo tuo generoso assenso non solo ti onora, ma ti pone anche come esempio di docilità di fronte al nostro Presbiterio.
Con questa nuova assunzione di responsabilità, in un luogo nuovo e con uno stile diverso, hai però la possibilità di rigenerarti, ti viene offerta una ulteriore possibilità di vivere una esperienza pastorale, nella quale reinventare la qualità dell’annuncio e stabilire inedite modalità di comunione.
Voi parrocchiani imparerete a conoscere nel tempo il vostro nuovo pastore e lo apprezzerete per la profondità di fede che egli vi testimonierà e per una dolcezza che saprà lasciar emergere quale condizione per manifestarvi l’amore tenero e fedele con cui Gesù sa raggiungere ogni persona.
Prima di concludere vorrei ringraziare innanzitutto don Alberto Pini, che qui si è prodigato con tanto zelo e viva sollecitudine a servizio di questa nascente unità pastorale. Ringrazio poi il vicario foraneo, don Claudio Monti, e in particolare don Angelo Gasparro, che hanno assistito le diverse parrocchie, assicurando la loro presenza nei momenti liturgici e nelle diverse realtà pastorali.
A te, caro don Attilio, il mio augurio sincero per un ministero fecondo sostenuto dalla abbondanza di grazia che il supremo Pastore non mancherà di concederti.
Assieme a me ricevi l’affetto e la stima fraterna di tutto il nostro presbiterio diocesano.