1.NOTTE DEL MISTERO
Ancora una volta la notte di Natale, nonostante il periodo difficile che stiamo attraversando, svela il suo fascino e ne siamo irresistibilmente attratti. Lasciamoci conquistare da vivo stupore, che torna a ricolmare il nostro animo di intensa commozione.
Come è possibile che Dio, l’infinitamente grande, possa trovare spazio in ciò che è infinitamente piccolo?
Non finiremo mai di meravigliarci del nostro Dio. Egli è talmente potente da presentarsi a noi nelle forma umana di un bambino, caratterizzato quindi dalla fragilità e dalla tenerezza, la condizione comune della nostra umanità. Maria “diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto nell’alloggio”
Dio, per renderci simili a sé, diventa uno di noi, “un bambino è nato per noi, ci è stato dato un figlio” (Isaia) nonostante l’uomo già qui lo rifiuti.
Questa è la sorpresa del Natale, la notte del mistero.
Il mistero è qui inteso non come qualcosa che non si può assolutamente conoscere e definire, ma come una rivelazione cosi sublime che nessuna mente umana riesce a penetrarne compiutamente il senso, gustandolo nella sua infinita vastità.
2.NOTTE SPLENDENTE DI LUCE
Le letture che la liturgia della Parola ci ha annunciato riprendono più volte una immagine sorprendente: la luce più intensa del buio della notte, la luce che penetra e sconfigge le tenebre.
“Il popolo che camminava nelle tenebre vide una grande luce. Su coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse“: è la luce che godettero i pastori quando un angelo del Signore recò loro il lieto annuncio, come ci ha riferito il vangelo di Luca: “La gloria del Signore li avvolse di luce“.
È la luce di Dio che irrompe questa sera nelle nostre tenebre, che illumina le notti profonde del nostro cuore, che reca speranza dove c’è tristezza, conforto laddove si sperimenta paura del futuro e molta solitudine.
Questa è la situazione che l’umanità sta sperimentando in questi giorni. Eppure dentro il nostro buio interiore viene di nuovo Gesù, mandato dal Padre proprio per “risplendere su quelli che stanno nelle tenebre e nell’ombra di morte“, come la Chiesa ci fa cantare ogni mattina nel cantico del Benedictus. Chi ha la luce dentro, illumina poi chiunque gli stia accanto.
3.NOTTE DI GIOIA E DI PACE
Dove c’è il Signore lì c’è la pace e la gioia. Essa è sempre un dono di Dio, non è frutto di una sola iniziativa umana, né espressione di una personale conquista. La pace e la gioia ci giungono inattese. Non la meritiamo, ma l’amore di Dio ci precede sempre perché va al di là dei nostri meriti. Egli sa che da soli non riusciamo a procurarci se non una gioia effimera, riservata solo a noi stessi o a pochi altri. La gioia e la pace che il Signore offre sono invece riservate a tutti: a chi crede e a chi non crede. ” L’angelo disse loro: non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo”.
L’amore di Dio non è mai esclusivo, ma è piuttosto sempre inclusivo, si estende a tutti i suoi figli. Rallegriamoci nel Signore, dunque, facendo nostre le parole del profeta Isaia: “Hai moltiplicato la gioia, hai aumentato la letizia“. La gioia è il tesoro irresistibile che il mondo si aspetta da noi credenti.
Il contagio della gioia e della pace è oggi ciò di cui l’umanità ha estremamente bisogno.
Il saperci tutti amati da Dio ci renda fratelli e amici, costruttori di una nuova umanità. Questo è l’annuncio che come cristiani siamo chiamati a trasmettere. Non per convincere, ma semplicemente per offrire un tesoro. Inneggiamo quindi con gli angeli: “Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini, che egli ama“.