“Tenete fisso il vostro sguardo sul Signore Gesù”

Ordinazione diaconale, Cattedrale, 14 settembre 2024

Dopo i quattro presbiteri ordinati nel mese di giugno, oggi siamo lieti di accogliere altri quattro giovani per l’ordine del diaconato. Ci sentiamo onorati e anche fortunati per tanta benevolenza da parte del Signore nei confronti della Chiesa di Como, in un momento in cui le vocazioni al ministero ordinato, in tante parti del mondo secolarizzato, si sono rarefatte.

Perciò ringraziamo innanzitutto la santissima Trinità misericordia che non ci lascia privi di collaboratori nel ministero. È per suo dono, infatti, che questa mattina sono qui questi nostri amici, ma insieme ringraziamo anche le loro famiglie, le comunità parrocchiali da cui essi provengono, gli educatori del seminario e tutti coloro che, in un modo o nell’altro, hanno contribuito alla loro formazione.

Cari ordinandi Diaconi: certo non vi manca una buona dose di coraggio, anzi, credo che vi siate muniti di un forte rifornimento di “follia evangelica”, che per il mondo è stoltezza, per presentarvi qui questa mattina, lieti, pienamente consapevoli degli impegni e delle responsabilità che vi assumente, pur conoscendo le difficoltà del tempo presente, fuori e dentro la Chiesa, e insieme anche pienamente consci della vostra personale fragilità, dimensione comune del resto a tutti noi.

Non confidate troppo in voi stessi, nelle vostre certezze e nei metodi che ritenete infallibili, ma tenete fisso il vostro sguardo sul Signore Gesù e lasciatevi guidare dalla potenza del suo Spirito. Sono Essi che vi accompagnano e trasformeranno la vostra debolezza in uno strumento con cui manifestare la forza dell’amore, verso tutti, soprattutto verso i piccoli e i poveri, i meno amati, quelli che vengono rifiutati o respinti: sono queste le attenzioni principali di un diacono.

È lo stile consueto di Dio, che realizza il suo amore infinito attraverso la debolezza della Croce di Cristo, oggi presentata nella sua gloriosa esaltazione. S. Cirillo di Gerusalemme, in una sua omelia, riconosce nella croce “la gloria delle glorie”. Essa è il pieno compimento di un’esistenza, quella di Gesù, vissuta totalmente nell’amore, nella obbedienza e nella libertà filiale, esito finale di una vita di fede responsabile di fronte a Dio padre e agli uomini, fratelli in umanità.

La croce è quindi la manifestazione suprema dell’amore di Cristo per tutta l’umanità e della piena obbedienza del Figlio al Padre, la prova autentica dell’amore fedele di Dio, dell’amore di Dio per ciascuno di noi.

Chi è lontano dalla fede non riesce nemmeno a immaginare come uno strumento così straziante e ignominioso quale è la croce, possa esprimere la profondità dell’amore e della fedeltà di Dio nei nostri confronti.

Lasciatevi quindi educare continuamente dal mistero sapiente della croce ed imitatene la logica.  Essa si mostra quale via infallibile di vittoria, nonostante proprio la sua apparente debolezza. E perciò mantenendo uno stile povero, imitate il Signore crocifisso e risorto, che attraverso di voi oggi continua a operare, si impegna con voi ad amare tutti, anche i nemici, vi invita a scegliere di servire i poveri nel corpo e nello spirito e non manca di ricordarvi il primato della preghiera, come ha vissuto Lui, in una ininterrotta comunione filiale con Dio padre.

Credete nella fecondità del vostro continuo donarvi, anche se apparentemente le persone sembrano tanto restie nei confronti del vostro annuncio. Chi semina la Parola di Dio deve essere certo che essa sarà sempre feconda; tuttavia, sarà solo l’azione dello Spirito a produrre la fede in Gesù salvatore. Questo è lo stile di Dio, non si impone mai: semplicemente si offre alla libertà dei cuori e attende una libera adesione.

Non lasciatevi quindi sorprendere da un facile scoraggiamento, spesso segno di aspettative mondane, di un entusiasmo e di un fervore non purificati dalla pazienza escatologica della fede.

Perseverate piuttosto umilmente nel dono di voi stessi con generosità, fiducia e delicatezza d’animo nei confronti di tutti. Collaborate con noi per costruire una Chiesa missionaria, più accogliente, capace di camminare con le persone, umile.  E infine continuate a stupirvi come il Signore continui a fidarsi di voi, così che non vi ritirerà mai la sua fiducia.

Oscar card. Cantoni

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