Abbiamo percorso insieme le diverse tappe della via crucis.
Il popolo di Dio è sempre in cammino, mentre segue, giorno dopo giorno, a volte con fatica, a volte più speditamente, il suo Signore, crocifisso e risorto, come risposta al suo amore sempre vivo e fedele, un amore del quale non siamo sempre consapevoli e nemmeno grati.
Eppure restare dietro la croce di Gesù, insigne scuola dell’amore, è ciò che ci identifica come suoi discepoli, il solo mezzo che ci viene richiesto per poterlo veramente seguire.
Come cristiani infatti non coltiviamo un’idea, né un progetto astratto, né una perfezione irraggiungibile dalla nostra povera umanità, ma riconosciamo nella persona del Crocifisso il Signore Gesù, mite e umile di cuore, obbediente fino alla morte, il nostro vero e unico maestro di vita.
La croce è uno strumento molto concreto, perché rivelativo di un intero progetto che il Signore Gesù ha coltivato nella intera sua esistenza e che è culminato in questo strumento, che prelude una morte atroce, infamante, ma che Gesù ha liberamente scelto fino alla fine, ossia al dono supremo di se, così che per lui la croce si è trasformata in un trono regale, avviando un’aurora di vita. Così è anche per noi, dal momento che “davanti alla croce, come diceva padre Pio, si impara ad amare”.
Rivivere la passione del Signore significa essere aiutati ad entrare più profondamente nel mistero di Cristo, per conoscere i suoi sentimenti, così da poterli assumere dentro la nostra vita, una successione di giornate in cui siamo continuamente esposti, obbligati a distinguere il bene dal male, costretti a scegliere tra la verità e la menzogna, a preferire giudizi di misericordia, piuttosto che condanne sprezzanti.
Davanti alla croce del Signore riconosciamo le nostre difficoltà a seguire Gesù, le nostre incoerenze di discepoli, le divisioni che ostacolano la comunione, i giudizi sommari, che squalificano le persone, le critiche gratuite, le prevenzioni nei confronti degli altri, l’incapacità a ricominciare di nuovo, dopo aver spezzato i legami con i fratelli.
Davanti alla croce del Signore il nostro cuore si libera dal tanto orgoglio che ci blocca come dentro una corazza e ci impedisce di offrire misericordia verso gli altri con la stessa misura con cui l’abbiamo sperimentata noi, offertaci da Dio.
Davanti alla croce del Signore crollano le nostre sicurezze, si sfaldano le nostre difese, siamo richiamati ad arrenderci non perché affascinati da un Dio potente, ma perché conquistati da un Dio umile, da un Dio che soffre per noi, un Dio che aspetta e desidera la nostra liberazione.
Signore Gesù, tu che ti sei fatto piccolo e povero per avvicinarti a noi, facci tu grandi con la potenza del tuo Spirito per renderci, davanti al mondo che non ti conosce, non ti ama e non ti segue, dei veri testimoni della tua misericordia.
Amen.